Pʀᴏʟᴏɢᴏ


La vita umana è sempre stata così breve.

     Appesa ad un filo.
     Appesa ad una lama.

Assetati di potere ed aspiranti all'immortalità, la loro brama è capace di portarli a compiere ogni tipo di azione.

     A creare anche esseri
     come noi.

Li ho sempre trovati deboli, facilmente controllabili ed anche molto fiduciosi sulle prime labbra che offre loro quel breve potere su questa Terra.

Ma li ho anche trovati pieni di paura per il futuro e per ciò che non riescono a controllare.

     Paura di quelli come me.

Su questa Terra non ho mai incontrato nessuno che potesse tenere gli occhi a lungo su quelli di un diavolo.
Nessuno che non avesse detto una preghiera per scacciarci dalla sua presenza, una volta ottenuto ciò che volevano.

Sacerdoti, sciamani, amuleti contro il male.

Avevano imparato a ricevere senza dare.

Egoisti.
Ripugnanti.

Cosa poteva essere la loro anima, in confronto a ciò che potevo dare loro?

Non lo capivano, non lo accettavano.

Ma il giorno che più amavano quegli esseri deboli, erano le notti di luna nera che capitava ogni quattro mesi e che durava per una lunga settimana.

Quella settimana infernale dove il nostro corpo era debole e dove ci mostravamo agli esseri umani per ciò che eravamo: Demoni.

In quel lasso di tempo, molti di noi venivano catturati ed uccisi, appesi alle porte della città e usati come trofei di vittoria da qualche umano che si credeva forte, solo perché aveva approfittato di questo nostro momento di debolezza.

     Dimenticandosi che
     anche loro erano e sono
     deboli.

_______________

« Iniziate a cercarlo! Deve essere caduto qui! »

Le mie ali non avevano retto il volo e caddi molto distante dal fiume dove avrei voluto prendere dell'acqua per dissetarmi, dato che gli uomini del villaggio mi avevano captato.

Trovai rifugio in una tana scavata da qualche grosso animale come posto per la notte, vicino alle radici di un albero.

Innalzai una barriera, sebbene fossi debole e mi rintanai nella parte più profonda, coprendomi con le mie ali nere, sperando che il buio mi facesse da scudo e protezione.

     Le tenebre, mia amica.

Le loro torce, quelle voci, il rumore dei forconi e i loro passi affrettati... Speravo in silenzio che si allontanassero da lì, che non si avvicinassero a quel piccolo angolo di salvezza che avevo trovato. La barriera non avrebbe retto per molto e, probabilmente avrebbe ceduto e mi avrebbero trovato.

« Qui non c'è. Deve essere vicino al fiume! »

Uno di loro ebbe questa brillante idea e gli altri lo seguirono, cosa che mi aspettavo da loro.

Sentì i loro passi farsi sempre più distanti, come anche quella luce e lo scalpitare dei loro passi sul terreno.

" È finita... " pensai sollevato e lasciai che la stanchezza mi avvolgesse, chiudendo le palpebre ma cercando di tenere alta quella barriera attorno a me. Erano lontani, ma non se ne erano andati.

     Sarebbero ritornati?

_________

Spalancai di scatto gli occhi, quando percepì un nuovo rumore vicino all'entrata di quella tana.

Affinai lo sguardo, coprendomi con le mie stesse ali e pronto a lanciare una sfera di fuoco addosso a qualunque fosse quella cosa o qualcuno.

Ma non avanzò, non sentì nessun altro passo e ciò mi portò a spostare una delle mie ali nere, scoprendo lo mio sguardo e ritrovandomi, non molto distante dal incavo della grotta, una donna umana con un cesto di rami in mano, i suoi occhi castani puntati sulla mia figura, per nulla spaventata, quella sua figura che spiccava nello scenario della notte, illuminata dalla debole luce della Luna nera.

Fu proprio in quel momento che mi maledí per aver respirato quel profumo da donna.

Di quella donna.

     „ Di quel angelo in carne
     che divenne la mia
     condanna. "

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